CISTITE

Urinocoltura: cos'è e a cosa serve

La necessità di esami specifici in caso di cistite batterica e non batterica

Sappiamo che la cistite è spesso batterica, cioè causata da batteri (Escherichia Coli in grande percentuale, ma non solo), che attaccano le vie urinarie e proliferano al loro interno, dando vita a tutti quei sintomi fastidiosi tipici della cistite. Spesso si procede con l’urinocoltura, un esame dell’urina in grado di rilevare i batteri presenti e proseguire con terapie mirate. Un altro motivo per cui un medico può prescrivere l’urinocoltura è la non risposta ai medicinali e agli antibiotici; in questo caso, si potrebbe trattare di cistite abatterica (non batterica).

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Cos’è l’urinocoltura?

A volte, integratori e antibiotici non sono sufficienti a sconfiggere la cistite oppure si vuole essere precisi sul tipo di batterio che ha colpito la vescica e le vie urinarie per scegliere una terapia mirata. In questi casi sono necessari vari esami prescritti dal medico come esami ginecologici o endocrinologi, ma, soprattutto, viene richiesta l’urinocoltura, un esame microbiologico che si effettua sulle urine, alla ricerca di batteri.

Solitamente il medico prescrive questo esame quando si avvertono i primi sintomi della cistite (quindi bisogno di urinare frequentemente, bruciore e dolore durante la minzione). Dall’urinocoltura si possono individuare i batteri che causano l’infiammazione: se sono presenti (tra i più comuni Escherichia Coli, Proteus e Klebsiella) allora il medico può intervenire con una terapia mirata di antibiotici e integratori (a supporto dell’organismo e dell’antibiotico stesso); se non emerge la presenza di batteri nelle urine, allora si potrebbe trattare di cistite non batterica oppure vulvodinia o altre patologie legate ai dolori vescicali.

A cosa serve l’urinocoltura?

L’urinocoltura viene prescritta se si pensa che sia corso la cistite o un’infiammazione del tratto urinario, così da individuare i microrganismi presenti nell’urina e prescrivere una terapia mirata per risolvere più velocemente l’infiammazione.

Come si fa l’urinocoltura?

L’urinocoltura non è un esame doloroso o invasivo e viene prescritta anche in gravidanza, periodo in cui le donne sono predisposte a rischio di infezione alle vie urinarie e cistite.

Viene raccolto un campione di urina al mattino, il giorno della consegna dell’esame; si consiglia di scartare la primissima parte della minzione e poi urinare nel contenitore sterile. L’urina viene poi esaminata in laboratorio: qui viene identificato e isolato il patogeno che causa la cistite e l’infiammazione alle vie urinarie oppure viene rilevato che non ci sono batteri che possono causare i sintomi indicati e quindi si procederà con altre analisi ed esami per capire l’origine dei sintomi. Se l’urinocoltura risulta positiva, si procede in genere all’antibiogramma, ossia un test per capire quali farmaci possano essere più efficaci per il trattamento dei batteri.

 

Quando si fa l’urinocoltura?

L’urinocoltura serve per diagnosticare e individuare infezioni batteriche a livello dell’uretra, vescica e reni, utile per proseguire con una terapia mirata. Il medico solitamente la prescrive quando si ha:

I risultati e i valori

Il campione di urina in laboratorio viene analizzato per individuare gli eventuali microrganismi (batteri) presenti. Affinché il risultato sia positivo, i batteri nelle urine devono essere più di 100mila per millimetro di urina. Il medico (anche dopo l’antibiogramma) potrà prescrivere l’antibiotico adatto per la completa guarigione. Ovviamente, se al contrario sono presenti meno di 100mila unità di batteri per millimetro, allora l’esito sarà negativo.

Le cause della cistite non batterica

Quando l’urinocoltura è negativa, ma avverti comunque i sintomi della cistite, o l’antibiotico contro la cistite non funziona purtroppo significa che la cistite non è batterica. Allora, da cosa può dipendere la cistite non batterica? Le cause possono essere varie:

A volte i dolori infiammatori causati dalla cistite possono essere facilmente confusi per un’altra tipologia di dolori dovuti a patologie come vulvodinia o contratture pelviche: queste malattie non si riscontrano in esami specifici, ma il medico si basa esclusivamente sul racconto della sintomatologia (che, appunto, spesso è simile a quella della cistite).

I sintomi della cistite non batterica

A prescindere che siano batteri, acidità del pH o altre sostanze, la vescica e il tratto urinario saranno infiammati e causeranno i sintomi tipici della cistite. Tra i più frequenti si individuano:

  • Pollachiuria (stimolo continuo ad andare in bagno senza che la vescica sia piena)

  • Bruciore durante la minzione

  • Disuria (difficoltà a urinare)

  • Urine scure e con un cattivo odore

  • Dolore al basso ventre

Nei casi più gravi, si possono aggiungere anche nausea, febbre ed ematuria (cioè presenza di sangue nelle urine).

Prevenire la cistite

Prendersi cura delle vie urinarie è uno dei modi che abbiamo a disposizione  provare a prevenire i casi di cistite.

È dunque importante prestare attenzione a:

  • L’idratazione: bere tanto e regolarmente aiuta 

  • Non trattenere l’urina: si consiglia di urinare quando si sente lo stimolo e svuotare completamente la vescica 

  • Una buona alimentazione: le intolleranze ad alcuni cibi potrebbero causare cistiti non batteriche

  • È consigliato l’uso di integratori come D-Mannosio, Mirtillo rosso, Ononide e Uva Ursina, per lasciare il tratto urinario pulito, sano e privo di batteri

Fonti:

Istituto Superiore di Sanità

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